Corporate heritage vs retro-marketing e vintage

In queste ore a Firenze ha aperto la 95° edizione di Pitti Uomo e l’occasione è utile per mettere un punto sul corporate heritage nel comparto moda e più in generale nelle aziende. Un punto per differenziare il corporate heritage e le azioni di marketing che ne conseguono da azioni più vicine al Vintage e al Retro-marketing.

Il corporate heritage – in quanto tale – si può sintetizzare (non me ne vogliano gli esperti del settore) in azioni di valorizzazione a più ampio respiro di una azienda e dei suoi prodotti. Non necessariamente ciò deve sfociare nella creazione di un museo d’impresa o in un archivio aziendale ma neppure ridursi ad una singola campagna marketing o un singolo lancio di prodotti. Tutto questo è più vicino al vintage e al retro-marketing. Di esempi se ne possono fare tanti. Uno dei più recenti e che sui social ha impazzato è il ritorno sul mercato del Nokia 3310 18 anni dopo il suo lancio. Ma l’elenco sarebbe lungo e su questo tema è efficace il post “Nostalgia e retro-marketing: come vendere i ricordi” di CompassUnibo (il blog dei corsi di Comunicazione pubblica e di impresa di Unibo).

E’ lapalissiano che siamo su due livelli diversi tra la valorizzazione del corporate heritage (e ciò che di marketing ne consegue) e azioni spot di retro-marketing o collezioni e prodotti vintage. E’ pur vero che nella moda il confine è labile e aggiungere “heritage” a una collezione non significa necessariamente che ci sia al tavolino una azione di valorizzazione quanto un qualcosa di più spiccatamente commerciale.

Porre l’accento sulla differenza è comunque utile e anzi può essere uno stimolo affinché anche nella moda come in qualsiasi altro settore industriale si colga l’importanza del corporate heritage che poi è portare valore ad un marchio e ad una azienda.

ESEMPI DI CORPORATE HERITAGE NELLA MODA.

Alcuni esempi di corporate heritage nel settore della moda italiano.

Dal noto Museo Salvatore Ferragamo, a Casa Zegna di Ermenegildo Zegna e Benetton con il proprio archivio storico. Un museo aziendale anche per il marchio Fila.  Dimensioni aziendali più piccole ma una attenzione molto forte al proprio passato e alle proprie origini per Gattinoni e la sua fondatrice Madame Fernanda passando per Luisa Spagnoli, una delle più grandi imprenditrici del ‘900 italiano che prima di intraprendere la strada della moda fondò la Perugina. Vitale Barberis Canonico, azienda produttrice di tessuti, è molto attenta alla propria storia che inizia addirittura al 1663.  Risalgono al Settecento le origini, invece, del lanificio Fratelli Piacenza 1733.

 

 

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