Valore Marmo: La pietra nello “stile di vita italiano”

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Made in Italy, Made in Carrara (marmo), Made in Tivoli (travertino)? No, meglio parlare della pietra come parte dello “stile di vita italiano”. Questa riflessione nasce dalla campagna #Stoneisbetter promossa dalla Rete d’imprese Pietra Naturale Autentica che riunisce alcune tra le principali aziende italiane del settore della pietra intesa come marmo, travertino e granito. La campagna nasce per contrastare le pietre artificiali e la ceramica finta-pietra ed è stata lanciata in occasione del Salone del Mobile 2019 di Milano.

#Stoneisbetter vale, come detto, per marmo, travertino e granito. Ma provo adesso a focalizzare l’attenzione sul Marmo di Carrara, un distretto (compresa la vicina versilia) da quasi 1 miliardo di euro l’anno tra estrazione e lavorazione.

Il Marmo di Carrara con più di 2.000 anni di storia è un “marchio” conosciuto in tutto il mondo. Solo immaginare di metterlo a confronto con materiali sintetici e ceramiche che ne imitano il colore e le dimensioni sembra assurdo perché non potranno mai replicarne la sua unicità e il suo valore. Però se accade e sta accadendo allora una riflessione va fatta. E per farla bisogna partire proprio dal valore del Marmo di Carrara ma non come marchio bensì come una pietra millenaria.

Nel tempo sono state fatte più proposte, in genere dalla politica a dirla tutta, per la creazione di un marchio “Made in Carrara” (Qui la Camera di Commercio, qui il Comune e qui una parlamentare) ma davvero può bastare un marchio a risolvere la questione? Direi di no!

Proviamo a mettere in fila un po’ di cose senza presunzione che tutto si possa risolvere con questa chiave di lettura ma almeno potrebbe essere una buona base di discussione.

(Foto Luca Borghini)

Il Marmo di Carrara ha una storia antichissima che per convenzione viene datata dall’epoca romana con i così detti “marmi lunensi” (dalla colonia romana di Luni) che altro non erano che marmi di Carrara. Un esempio su tutti? La Colonna Traiana. A proposito: gli Uffizi nelle prossime settimane dedicherà una mostra proprio alla costruzione della Colonna. Arriva poi il Rinascimento con le grandi committenze e i grandi artisti. Michelangelo, Giambologna, Nicola e Giovanni Pisano. Sino alle epoche più recenti con Antonio Canova e molti altri. Sono proprio loro i principali testimonial del Marmo di Carrara nel mondo.

Lì va ricercato il VALORE DEL MARMO che è il suo patrimonio fatto di storia, di arte e di tradizione. L’innovazione deve esserci come in ogni settore ma se ne diventa il cavallo di battaglia allora (in modo provocatorio, ça va sans dire) la materia artificiale e la ceramica marmorizzata è molto più innovativa rispetto ad una pietra.

FILO BIANCO DEL MARMO. Esiste un filo bianco che lega il marmo alla contemporaneità partendo dalla sua storia e dal patrimonio culturale ad esso legato. Affrontare la questione non significa parlare della storia delle singole aziende o dei fatti che riguardano la comunità locale di Carrara (la Marmifera o la lizzatura, per esempio) bensì mettere il marmo sulla linea del tempo facendo comprendere che avere del marmo bianco di Carrara in casa o in ufficio significa toccare ogni giorno 2 mila anni di storia. E’ una questione “emozionale”! E come tale va trattata. Il miglior sponsor globale del marmo è se stesso. E’ su questo livello che si dovrebbe porre la questione cioè il marmo come sistema integrante dello “stile di vita italiano” e non precisamente del “made in Italy” (ne deriva che il semplice marchio “made in Carrara” fuori contesto significherebbe davvero poco). La differenza non è sottile. Nello “stile di vita italiano”, da intendere a 360 gradi c’è l’arte, la cultura, l’architettura, il grande passato, il Rinascimento. E il marmo accomuna tutto ciò. Pensare il marmo come parte di questo sistema non è una forzatura e non è neppure difficile. Però occorre cambiare l’approccio alla questione e vedere il marmo (o se vogliamo le pietre italiane in generale) nel suo insieme, nel suo potenziale e non come un oggetto avulso dal contesto da promuovere in quanto unico.

Qualcosa, in realtà, si sta muovendo anche ponendo il marmo in stretta relazione con il design attuale (vedi la presenza di aziende al Salone del Mobile), ora si può fare e si deve fare il salto di qualità per alzare il livello di promozione del marmo. E’ una sfida prima di tutto per le aziende ma anche per gli enti del territorio che non possono stare dietro le quinte ma dovrebbero affiancarsi nella promozione.

2 risposte

  1. Avatar Andrea Balestri
    Andrea Balestri

    Nei miei lavori dedicati al marmo/pietre/ lapideo ho ragionato su questo tipo di valori (brand..) e sui limiti delle proposte di marchi..
    Le ragioni del marmo & In cerca di empatia

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